La mia formazione scolastica non prevedeva la tecnica per la vetrata. Ma c'è sempre da imparare. Ogni vetrata, nel suo spessore, è composta da tre vetri; due sono quelli esterni, robusti e spesso anti-colpo o simili, e all'interno di questi sta la vetrata artistica vera e propria. Ci sono varie tipologie di vetri di tutti gli stili, i colori e naturalmente, prezzi. I più belli sono forse quelli fatti a mano con impasti dai colori screziati o dagli effetti interni allo spessore di diversa fantasia. Una delle tecniche per ottenere queste lastre è questa. Dopo aver prelevato con la canna un certa quantità di pasta vetrosa dal forno che la mantiene in fusione viene soffiata come per fare un vaso cilindrico. Se serve vi si aggiunge sopra altro vetro colorato poi mentre ancora il vetro è plastico lo si taglia longitudinalmente. Una volta aperto lo si stende su di un piano fino ad ottenerne una lastra. Ci sono anche vetri colorati con meno pretese, vengono fatti industrialmente perciò hanno un aspetto più omogeneo ma "un'anima" meno artistica. Insomma alla fine, prima di essere montata, la vetrata viene chiusa ermeticamente tutto attorno per evitare infiltrazioni di umidità o di polvere e a questo punto abbiamo facilmente un manufatto di tre centimetri di spessore. E vi assicuro che pesa assai. Per fare una vetrata occorre imparare diverse cose; c'è la tecnica della grisaglia che è la maniera di apporre il nero dei disegni sul vetro, bisogna poi legare tutto quanto con piombo di diverso spessore e composizione. Mi fermo qui perchè mi accorgo che ce ne sarebbe ancora tanto da dire che non è possibile esaurirlo in questo luogo.
Questa vetrata si trova sulla parte in alto della facciata della Parrocchiale di Gattolino nel Cesenate. Essendo orientata ad est viene illuminata dal sole del mattino ogni volta che decide di mostrarsi. La base della lunetta è due metri e quaranta ed essendo un mezzo cerchio esatto l'altezza è di uno e venti. Passando la si può vedere anche di notte perchè ci sono luci orientate dall'interno. Il soggetto è dedicato al martirio di S. Anastasia, santa a cui è dedicata la chiesa. Non esiste una tradizione iconografica del personaggio, o meglio, ci sono troppe immagini e molto diverse tra loro. La martire pare sia vissuta nei primissimi secoli d.C. e purtroppo la storia registra molte lacune alla sua memoria. In questi casi ogni artista chiamato a rendere in immagine la santa, non avendo riferimenti certi, tende a fare a modo suo. Anche il sottoscritto non ha potuto fare eccezioni.