Un giorno capitò Giorgio da me portandomi dei pezzi di legno. Avendo una segheria, gli capitava di quando in quando, che gli venisse consegnato per sbaglio del legno che lui non avrebbe potuto usare. Era una di quelle volte. -Non so che legno sia, - disse - è pesante e compatto ma potrebbe rovinarmi la sega, è un po' sabbioso. Se ti interessa te lo lascio. - Sapeva che spaciugavo con queste cose.
Nacque così questo attrezzo. Nel corpo ho fatto buchi dappertutto, per i microfoni, due Di Marzio, per il ponticello, per tutti i potenziometri e i commutatori, per l'intera scheda di un distorsore con tre potenziometri e per l'alloggio della 9 volt che serviva ad attivarlo. Un buco così anche nella parte in alto a sinistra che, ante-litteram, andò a formare una specie di manico. Il corno è stato scolpito, a sua volta, e si vede un serpentello con delle foglie e l'occhio scintillante. Praticamente vuota. Beh, pesa ancora un futìo. I misteri della liuteria. Il manico è dello stesso legno misterioso e la paletta ha una forma particolare. Ho scelto quella forma perché mi sembra che le meccaniche rimangano più protette da eventuali colpi. Ho visto troppe chiavette distruggersi per essersi esposte troppo.