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Decacorde

Torniamo al legno. Ho saputo che esisteva, l'ho vista e da quel momento mi sono deciso a farla. Che dire? Basta vedere la foto per capire che è un mostro. Dieci corde comportano l'esistenza di una tastiera adeguata. Larga come un'autostrada.
La tastiera è legno di Wengè e il manico è in rovere. La cassa. Tutto ciò che non appartiene alla tavola armonica in abete, è un unico pezzo scavato nel mogano. Non è un grosso spessore, anzi, però mi pare che suoni bene. La rosetta è nuova e per ottenerla ho usato lo stesso sistema che avevo usato in precedenza per le altre. Il ponticello è in noce.
La scalatura delle corde in nylon per la decacorde non si trova ovunque e non la si può nemmeno inventare. Queste corde sono arrivate, tramite internet, da un certo negozio di Parigi che ne fa produrre qualche muta ogni tanto. L'estensione dei suoni che offre questo strumento è qualcosa di straordinario.
Sul lato destro della T.A. ho inserito altre cinque corde sottili ma in acciaio, come il prosieguo delle altre dieci. Forse però non rimarranno tutte e cinque, creano un problema di spazio, vedremo. Internamente, sotto il ponte, ci sono applicati cinque sensori a contatto pertanto è anche elettricamente amplificabile. Per questo tipo di chitarra esiste pochissima letteratura, sono più che altro esperimenti di singoli artisti, e quindi è difficile trovare spartiti ad hoc. Chissà cosa ci riserverà il prossimo futuro.